Fuorisalone 2022 Natuzzi: la ricerca della bellezza e dell’armonia, l’intervista a Pasquale Junior Natuzzi

Caterina Di Iorgi
  • Giornalista pubblicista

Fuorisalone 2022 Natuzzi: la nuova collezione si chiama The Circle of Harmony – Second Life e vede protagonisti Marcantonio con il pouf Terra e Marcel Wanders studio con la collezione Adam . Novità anche per il  flagship store di via Durini, che è stato rinnovato da Fabio Novembre e il suo studio con un nuovo progetto architettonico che celebra la cultura e le atmosfere pugliesi. Ne abbiamo parlato con Pasquale Junior Natuzzi, Chief Creative Officer di Natuzzi Italia.

Fuorisalone 2022 Natuzzi

Su quali valori si fondano l’identità e la filosofia produttiva di Natuzzi?

L’identità di Natuzzi (www.natuzzi.com/it/it/natuzzi-italia) è indissolubilmente legata alle nostre origini, al territorio dove da oltre sessant’anni operiamo, la Puglia. Nelle nostre collezioni si riflette così, inevitabilmente, nelle sue diverse declinazioni la cultura mediterranea a cui apparteniamo: la ricerca della bellezza, l’importanza dello stare bene, l’accoglienza e la condivisione con gli altri, il legame con la tradizione e la natura. È un concetto di “armonia” ideale a guidarci nella progettazione e nella realizzazione dei nostri arredi, in cui devono fondersi design, comfort, qualità.

In che modo si sta evolvendo, oggi, il settore dell’arredamento, vista anche la pandemia di Covid-19, che ci ha fatto riscoprire l’importanza della casa durante il lockdown?

Fuorisalone 2022 Natuzzi

La pandemia, nella sua tragicità, ci ha insegnato quanto il nostro benessere dipenda dall’ambiente in cui viviamo. Gli oggetti – che siano divani, tavoli, sedie, lampade – incidono in modo determinante sulla qualità della nostra vita e devono essere progettati per potersi adattare alle nostre diverse esigenze di abitare. La collezione di Natuzzi lo scorso anno si è sviluppata proprio intorno al concept Live the Transition, con una serie di progetti (tra i designer invitati c’erano Formafantasma, Sabine Marcelis, Elena Salmistraro…) che hanno indagato i temi come la multifunzionalità, il wellness design, l’home office. Il design deve essere in grado di rispondere ai cambiamenti della società contemporanea, anticipandone le necessità.

Vi siete posti nuovi obiettivi in ottica green o nuove soluzioni eco-sostenibili?

Il cambio di rotta verso un mondo più sostenibile è la complessa sfida che coinvolge tutti noi. La collezione che abbiamo sviluppato quest’anno, dal nome The Circle of Harmony – Second Life, esplora le possibili evoluzioni del concetto di sostenibilità nel mondo dell’arredamento. Second Life è il concept della nuova collezione, un pensiero che guida la mano dei designer con i quali abbiamo collaborato, ma che abbraccia i nostri abili artigiani ed è così universale che accoglie idealmente tutti.

L’obiettivo è dare vita a una progettazione e a una produzione più consapevoli. Creare una bellezza senza tempo in grado di valicare il tempo stesso. Una collezione di pezzi mirati, studiati per durare una vita, con l’idea pulita di abbattere l’inquinamento, realizzando materiali che vivono una preziosa seconda vita: riciclati, riutilizzati, ripensati; oggetti dove funzionalità ed estetica convivono in perfetto equilibrio. Per vivere finalmente una seconda vita in armonia.

Quali sono le novità di collezione che presenterete in occasione della Design Week?

Fuorisalone 2022 Natuzzi

Alla Milano Design Week presentiamo il pouf Terra disegnato da Marcantonio, uno “statement piece” del tema Second Life, infatti è un piccolo imbottito realizzato interamente con materiali sostenibili pensato per essere a impatto zero sull’ambiente. Con Marcel Wanders studio invece abbiamo cercato di immaginare un divano che potesse rappresentare un ideale di design senza tempo, potremmo dire che abbiamo provato a immaginare un “divano archetipo” (da Adamo, il primo uomo, deriva infatti il nome Adam) con la volontà di realizzare un prodotto capace di resistere al tempo, sia per il suo design che per la qualità dei materiali.

A questo si aggiunge la sperimentazione intorno ai rivestimenti che sempre più sta diventando centrale nella nostra ricerca. Abbiamo iniziato con BYBORRE due anni fa, studio olandese di textile innovation che ha realizzato per noi la collezione Water realizzata in pet riciclato e lana di altissima qualità, ed è stato il primo tassello di un impegno sul quale crediamo molto. Quest’anno presentiamo infatti due nuovi progetti eco-fiber. Il primo è Gaia, una fibra vegan che incredibilmente sembra pelle, nell’estetica, nella texture, nella morbidezza, l’altro invece è Origami, un tessuto realizzato a partire da fibra di carta, un materiale 100% naturale ed ecologico.

Ci racconta il nuovo concept store firmato da Fabio Novembre?

Fuorisalone 2022 Natuzzi

Nei nostri store in tutto il mondo la volontà è quella di fare vivere ai nostri clienti un’esperienza immersiva e inaspettata, in cui scoprire la nostra visione, il nostro territorio, la nostra cultura. Non poteva che essere Fabio, architetto e designer simbolo della creatività italiana nel mondo e con il quale condividiamo le radici pugliesi, ad interpretare la filosofia di Natuzzi Italia. È uno spazio di incontro, dalla vocazione aperta e libera. L’architettura infatti si sviluppa intorno ad una piazza ideale in cui sono presenti richiami agli elementi caratteristici della Puglia, mentre tutto lo spazio richiama le atmosfere calde, rilassate della cultura mediterranea.

Una domanda che è anche un po’ una provocazione, esiste ancora uno stile italiano nel design?

Credo fermamente che la creatività italiana e sono convinto che vi sia una risposta antropologica, perchè noi italiani abbiamo la fortuna di vivere in luoghi unici. Siamo guidati dalla ricerca della bellezza, dalla nostra quotidiana familiarità con la magnificenza dei nostri dintorni e dei nostri capolavori artistici. La bellezza è dentro il DNA italiano: i paesaggi, i monumenti, le persone, il design, il cibo.

Prendiamo, per esempio, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e la Costiera Amalfitana, la Puglia o la Sicilia. Il paesaggio cambia, così come l’architettura, i colori, i profumi, i sapori, l’artigianato, gli usi e i costumi. Qual è il loro minimo comune denominatore? La costante ricerca del bello, del buon vivere: quell’Italian lifestyle che per noi è grande fonte di ispirazione da sempre. Chiunque nel mondo può progettare un mobile bello ma solo le aziende italiane di design riescono ad infondere in ogni singolo pezzo prodotto un’anima che fa vivere quell’oggetto.

Cosa significa per voi il concetto di Made in Italy?

Significa rimanere legati in modo radicale alle proprie origini, con la capacità al contempo di guardare al mondo nella sua complessità e vastità.